CAMBIANO-POIRINO - Lascia una testa di maiale mozzata davanti al negozio di un commerciante: venditore d’auto condannato per estorsione.
I fatti risalgono a due anni fa. A dare il via alle indagini è la denuncia presentata ai carabinieri di Poirino da un titolare di un’attività della zona. Dopo l’inquietante episodio, in stile mafioso, l’uomo si è rivolto ai militari dell’Arma sottolineando di non essere stato oggetto di minacce di recente, ma in passato di aver avuto problemi per una tentata estorsione con il suo vecchio socio in una carrozzeria. Quest’ultimo si sarebbe addirittura rivolto a un noto pregiudicato, in carcere per un omicidio avvenuto a Moncalieri nel 2019.
Gli accertamenti dei carabinieri, grazie all’attenta analisi delle immagini di videosorveglianza della zona attorno il negozio nel giorno in cui è stata abbandonata la testa di maiale mozzata, si concentrano su una Honda Civic immortalata dagli occhi elettronici mentre va da Poirino verso Cambiano. I militari individuano a stretto giro il guidatore. Inoltre, ricostruiscono la filiera di macellazione grazie il numero impresso sulla carne.
Sotto la lente di ingrandimento finisce un venditore d'auto di Cambiano. A casa di quest’ultimo i militari trovano un telefonino con una chat ricca di informazioni sulla testa di maiale, usata dai boss della mafia per intimidire i debitori. Attraverso dei documenti, gli inquirenti scoprono anche l’esistenza di un debito d’affari tra il commerciante di Poirino e la madre del suo ex socio della carrozzeria, risalente alla gestione di un ristorante a San Salvario.
Secondo la ricostruzione del giudice, un altro debito, questa volta tra l'imputato e la madre del suo ex socio della carrozzeria, sarebbe il movente per la tentata estorsione. Il venditore d’auto di Cambiano avrebbe proposto alla donna l'estinzione del proprio debito in cambio del recupero dei soldi ancora dovuti dal commerciante di Poirino. Un recupero crediti per conto terzi, sostengono gli inquirenti, cercato di portare a termine con il metodo mafioso della testa di maiale. Un modus operandi che è costato al venditore d’auto la condanna a due anni di reclusione.