CARMAGNOLA - Uno dei processi più significativi contro la 'ndrangheta in Piemonte approda alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo. L'avvocato di uno degli imputati del caso «Carminius» ha presentato un ricorso che è stato accolto come "ricevibile" dalla Corte di Strasburgo, sollevando questioni cruciali in materia di misure di prevenzione. L’imputato coinvolto è un 66enne di Carmagnola, assolto e rilasciato dopo il processo di primo grado, successivamente condannato in appello a 13 anni e sei mesi. La sentenza, tuttavia, non è ancora definitiva: la Cassazione si esprimerà a breve.
Parallelamente al processo penale, si è concluso nel novembre 2023 un procedimento patrimoniale che ha portato alla confisca dei beni, in particolare oltre 100 mila euro e una proprietà immobiliare. I difensori dell'uomo sostengono che la questione sollevi problematiche legate ai diritti fondamentali.
Il caso si inserisce in un contesto più ampio, collegato a vicende già esaminate dalla Corte Europea, di imputati assolti da accuse di mafia ma oggetto comunque di confisca patrimoniale. La decisione di Strasburgo potrebbe avere implicazioni significative per il sistema giudiziario italiano e per l’applicazione delle misure di prevenzione.