Il Covar, consorzio che gestisce i rifiuti in cintura sud ha problemi di bilancio ma i Comuni vanno allo scontro sul modo di coprire il buco da due milioni che si è creato. E sullo sfondo non si possono escludere tagli dei servizi. Per ora le bollette non aumenteranno ma il consorzio deve adeguare i costi a diversi parametri che sono diversi dai capitolati di appalto in corso. E sono tutti adeguamenti al rialzo. Tra i parametri Arera (autorità nazionale dei rifiuti) e gli adeguamenti Istat, il Covar deve trovare due milioni per chiudere il bilancio in pareggio. Soldi che non ci sono, a meno che non si utilizzino i contributi nazionali Conai: ossia la forma di finanziamento con cui il consorzio nazionale imballaggi copre il costo per i servizi della raccolta differenziata, per il riciclo e recupero dei rifiuti di imballaggi.
I Comuni però si sono ribellati: Moncalieri in testa. I soldi Conai se non entrano nelle casse comunali significherà che i Comuni dovranno sborsare soldi propri per coprire altre spese legate ai rifiuti (come gli aiuti in bolletta o i servizi extra). Soldi che significa toglierli ad altre necessità. La proposta è di usare l'avanzo di amministrazione Covar, ossia i risparmi in cassa ma tale opzione è stata usata già lo scorso anno quando il bilancio era nuovamente in deficit di tre milioni. E approvare per due anni di fila i conti in rosso non è il massimo: gli stessi tecnici della ragioneria del consorzio non firmerebbero un documento simile. Il problema (anche futuro) è che per rientrare dei costi non ci sono molte alternative se non tagliare i servizi. E non di poco.