Un piano nazionale sulla sicurezza per fermare le morti sul lavoro. Dopo il drammatico incidente avvenuto questa mattina, lunedì 7 novembre 2022, alla Alessio Tubi Spa di La Loggia, dove ha perso la vita un operaio di 41 anni, i sindacati fanno sentire la loro voce. Chiedendo interventi urgenti. Più controlli e più senso di responsabilità.
«Purtroppo si parla tanto di investire sulla sicurezza sul lavoro, ma alle parole non seguono i fatti e continua la conta dei morti». Lo dichiara Luigi Paone, segretario generale Uilm Torino, dopo l’incidente di stamani alla Alessio Tubi di La Loggia. «Quello di oggi – sottolinea Paone – è un altro fatto gravissimo, che evidenzia con forza ancora maggiore la necessità di intervenire più incisivamente sulla questione della sicurezza. Servono più controlli e più senso di responsabilità, per noi è inaccettabile che un lavoratore esca di casa alla mattina e non sappia se vi farà ritorno la sera».
«Continua senza tregua l’intollerabile strage dei lavoratori. Esprimo il cordoglio dell’UGL alla famiglia dell’operaio di 41 anni che ha perso la vita dopo essere stato travolto e schiacciato da numerosi tubi di metallo a La Loggia nel Torinese. Un gravissimo infortunio sul lavoro che si doveva e poteva evitare. Auspichiamo che le Forze dell’Ordine chiariscano quanto prima la dinamica dell’incidente. E’ inaccettabile, tuttavia, parlare di fatalità di fronte all’ennesima vittima sul luogo di lavoro. Urge un piano nazionale sulla sicurezza dei lavoratori diretto a rafforzare i controlli attraverso un maggior coordinamento delle banche dati. E’ fondamentale, inoltre, incrementare gli investimenti destinati alla formazione sulla sicurezza. Con la manifestazione ‘Lavorare per vivere’ l’UGL intende sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sul tragico fenomeno delle cosiddette “morti bianche”» hanno dichiarato in una nota congiunta Paolo Capone, Segretario Generale dell’UGL, e Silvia Marchetti, Segretario Regionale UGL Piemonte.
«Stragi sul lavoro: ancora un morto nel torinese. E’ successo nel primo turno della settimana, quello in cui, questa mattina, un lavoratore di 41 anni di origine marocchina, dipendente di un’agenzia di somministrazione, perde la vita facendo il proprio lavoro. In questo momento l’azienda è ferma per consentire ad inquirenti di poter fare il proprio lavoro a partire dall’accertamento delle responsabilità per l’ennesima morte ingiustificabile ed inqualificabile. L’azienda nata nel 1961, in passato era il terzo produttore di tubi, profilati e profili strutturali dopo Ilva e Marcegaglia – commentano dalla Fim Cisl Torino e Canavese - Circa una decina di anni fa il cambiamento, i tagli, l’abbattimento dei costi, la cessione di alcune lavorazioni tra cui la manutenzione dei carriponte mentre gli investimenti su impianti e macchinari mancano da oltre un trentennio. La cultura della sicurezza in un luogo considerato a rischio per sua natura, non può essere rappresentato da una sorta di assuefazione, ma da una continua ricerca di soluzioni tecnologiche innovative accompagnate da protocolli aziendali condivisi, aggiornati, efficaci ed in miglioramento costante, esattamente ciò che abbiamo chiesto a gran voce nelle manifestazioni unitarie del 20 ottobre a Torino e del 22 ottobre a Roma».