Questa mattina, i carabinieri della compagnia di Moncalieri hanno identificato gli autori dell’aggressione, avvenuta nella notte tra il 29 e il 30 luglio nei confronti dell’atleta Daisy Osakue, colpita ad un occhio da un uovo, lanciato dagli occupanti di un’auto in corsa. Si tratta di tre ragazzi italiani abitanti a Vinovo, La Loggia e Moncalieri, che hanno utilizzato  una Fiat Doblò, intestata al padre di uno di essi.
 
Le indagini di intesa con la Procura della Repubblica di Torino sono partite immediatamente dopo le prime dichiarazioni della ragazza fornite nell’immediatezza. I militari si sono posti sulle tracce del veicolo che, è emerso dai primi accertamenti, era stato segnalato precedentemente da una cittadina moncalierese la quale, qualche giorno prima, in strada Genova di Moncalieri, era stata vittima di un analogo lancio di uova, senza conseguenze. Nel corso dell’attività info-investigativa, sono state acquisite ulteriori testimonianze di persone che, nei giorni passati, erano state oggetto di lancio di uova.
 
Sono stati acquisiti i filmati di tutti gli esercizi commerciali delle rotabili ove sono avvenuti i fatti e di Corso Roma, luogo dove è stata colpita Daisy, spingendosi anche oltre il territorio di Moncalieri, nei comuni di Cambiano e Trofarello. Dall’analisi delle immagini è emersa, nei giorni e negli orari compatibili con gli “attacchi” denunciati, la presenza di un veicolo Fiat Doblò nei luoghi indicati dai testimoni pertanto, ricostruendo il percorso dell’auto attraverso le immagini visionate, grazie ad alcuni “frame” è stato possibile individuare il numero di targa.
 
Questa mattina, gli operanti si sono recati in Vinovo, presso il luogo dove abita l’intestatario dell’automezzo regolarmente parcheggiato sotto casa e che riportava evidenti striature di residui di uova sulla fiancata destra. Il proprietario è stato accompagnato in caserma ove ha chiarito che l’autovettura veniva sovente utilizzata, soprattutto negli orari serali/notturni, dal figlio 19enne. Quest’ultimo, alla presenza del difensore di fiducia, forniva ampie e circostanziate ammissioni circa i lanci di uova, in tutto almeno 7 in un paio di mesi, nonchè i nomi di due ragazzi coetanei correi i quali, convocati anch’essi in caserma hanno reso piena ammissione delle proprie responsabilità alla presenza dei propri difensori. La motivazione del gesto sarebbe riconducibile a mera goliardia.