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NICHELINO - Una 46enne è stata assolta con formula piena dall'accusa di minacce telefoniche nei confronti dell'ex marito. Il giudice di pace di Torino ha stabilito che "il fatto non sussiste", accogliendo la tesi difensiva secondo la quale le frasi incriminate, pronunciate in dialetto romanesco, erano semplicemente espressioni colorite e non vere e proprie intimidazioni.

L’ex marito, 45 anni, si era costituito parte civile denunciando numerose telefonate dai toni minacciosi, ricevute nel settembre 2020, durante la pandemia. Temendo per la propria incolumità, si era rivolto ai carabinieri di Nichelino, sottolineando che i dissapori con l’ex moglie erano nati in seguito alla separazione, specialmente per questioni legate alla figlia, affidata congiuntamente ma con collocazione prevalente presso la madre.

Elemento centrale del processo è stata una telefonata registrata il 28 agosto 2020, in cui la donna avrebbe pronunciato frasi dal contenuto minaccioso. L’uomo aveva inoltre evidenziato che nell’abitazione della donna erano presenti armi regolarmente detenute dal padre, guardia giurata. Nonostante l'accusa avesse richiesto una condanna pecuniaria, il giudice ha ritenuto che le minacce fossero di lieve entità e ha assolto l’imputata. L’avvocata dell'uomo attende ora le motivazioni della sentenza per valutare un possibile ricorso.