La condizione economica influisce sulla decisione di fare figli e condiziona pesantemente le famiglie: il 35% degli intervistati dichiara una difficoltà significativa di arrivare a fine mese. La ricerca è del Consorzio assistenziale della zona sud-ovest Cidis, un’indagine sull’esperienza e sui bisogni dei genitori durante i primi due anni di vita del bambino, un periodo di tempo riconosciuto come cruciale nello sviluppo delle future generazioni e molto importante per l’assunzione del ruolo genitoriale da parte degli adulti protagonisti. Sono state coinvolte 1700 famiglie residenti, nella compilazione di un questionario per raccogliere dati sulle difficoltà e sulle esigenze dei genitori nonché proposte e suggerimenti per migliorare gli interventi e aggiornare o implementare i servizi rivolti alle famiglie con bambini o a quelle che desiderano averne. 

Il lavoro di entrambi i genitori diventa quasi una condizione irrinunciabile, mentre capita spesso che la donna lavoratrice debba rinunciare a causa della maternità. L’86% dei genitori segnala i pannolini come il bene con l’impatto più pesante sul bilancio familiare, seguito dagli alimenti (70%) e da medicinali (58%). Quindi, occorre adoperarsi per rendere meno acuti i disagi e ridurre gli ostacoli vissuti per mancanza di risorse economiche adeguate.

Per quanto riguarda i servizi educativi del territorio le famiglie hanno espresso soddisfazione per l’offerta degli asili nido per circa il 62%. L’aumento del numero di posti nelle strutture pubbliche rappresenta una priorità per il 46% dei rispondenti, seguita dall’estensione degli orari in settimana e del miglioramento delle strutture e degli spazi. Circa la metà dei genitori dichiara che i propri figli frequentano un nido dell’infanzia: la metà restante è divisa tra il 29% che resta a casa con i genitori e il 14% con i nonni. I genitori che hanno iscritto il proprio figlio al nido si ripartiscono equamente tra nido pubblico e privato. Il costo della retta è quello che ha fatto preferire, ove possibile, il pubblico sul privato. Il 40% di coloro che non hanno scelto un nido, hanno dichiarato che ha un costo troppo elevato o, il 15%, che non ha trovato un posto.

L’attività culturale con il più alto gradimento è la lettura con i bambini nelle biblioteche, 49%, seguono le attività ricreative per genitori e figli, con 31% e gli incontri di formazione genitoriale, con il 28%. Le proposte di miglioramento di queste attività riguardano soprattutto l’aumento dell’offerta (67,5%), con la creazione di strutture e di spazi in cui genitori e figli possano incontrarsi e giocare, con il coinvolgimento di associazioni e gruppi del territorio.

Per quanto riguarda i servizi sanitari territoriali, la quasi totalità dei genitori si è detta soddisfatta delle farmacie territoriali. Oltre i tre quarti dei rispondenti sono soddisfatti dei pediatri. Le percentuali scendono a 64% per i consultori e 56% per i poliambulatori.

La ricerca si conclude con cinque piste di lavoro per rispondere a diverse esigenze e criticità emerse:

1. implementare programmi di sostegno finanziario mirati per le famiglie, in complemento alle politiche pubbliche nazionali, come agevolazioni fiscali, programmi di assistenza economica e buoni spesa. Questi programmi possono aiutare a mitigare le difficoltà economiche e fornire una maggiore stabilità alle famiglie.

2. realizzare politiche di conciliazione dei tempi di lavoro e di cura della famiglia rivolte a entrambi i neogenitori al fine di rendere più compatibili sfera lavorativa e sfera familiare, oltre che più sostenibile la ripartizione dei carichi di cura all'interno delle coppie, rivolgendo maggiore attenzione al benessere dei genitori, oltre che dei bambini.

3. espandere l'accesso a servizi di supporto sociale, come assistenza all'infanzia di qualità, programmi di sostegno familiare e consulenza psicologica. Questi servizi possono fornire alle famiglie un sostegno pratico ed emotivo per affrontare le sfide quotidiane e promuovere il benessere familiare.

4. promuovere iniziative di sviluppo comunitario che favoriscano la creazione di reti di supporto sociale. Queste iniziative potrebbero includere la creazione di gruppi di sostegno familiare, attività ricreative, culturali e di aggregazione rivolte alle famiglie, promuovendo l'inclusione sociale e la creazione di reti sociali diffuse come primo presidio contro le difficoltà dell’isolamento sociale.

5. ridurre la distanza e dai e dei servizi sociali, troppo spesso percepiti come soggetti preposti esclusivamente alla soluzione delle emergenze e della fragilità e non anche come soggetto attivo promotore di benessere.