L'associazione Agricoltori Autonomi Italiani chiede l'apertura di un tavolo permanente per l'agricoltura piemontese. Il settore sta attraversando una crisi profonda, con il 2023 che rappresenta la terza annata consecutiva di difficoltà. Le coltivazioni sono state gravemente compromesse da un clima anomalo, che ha ridotto sia la qualità che la quantità dei raccolti. Questa situazione ha provocato un calo dei prezzi, ben al di sotto dei costi di produzione, mettendo a rischio la sopravvivenza di molte aziende agricole.

Per quanto riguarda i cereali, la produzione è inferiore del 30-50% rispetto alla media, con prezzi ulteriormente ridotti dalle importazioni extra-UE. Anche il settore dei foraggi ha subito una crisi: le produzioni sono abbondanti ma di scarsa qualità, con una conseguente caduta dei prezzi dovuta anche alla riduzione del numero di allevamenti.

Il comparto delle nocciole è tra i più colpiti: rese inferiori e un aumento dei costi non compensato dai ricavi ha portato molte aziende al limite della sostenibilità. L’uva presenta una variabilità sia nella qualità che nella quantità, ma anche qui i costi di produzione sono aumentati, mentre i prezzi sono influenzati negativamente dalla trasformazione industriale. Nel settore zootecnico, la riduzione degli allevamenti è causata dall’aumento dei costi e dai numerosi adempimenti burocratici, aggravati da emergenze sanitarie come la peste suina africana e la Blue Tongue.

Per affrontare questa crisi, l'associazione chiede un intervento urgente delle istituzioni, con la convocazione di un tavolo permanente tra Regione e associazioni agricole per discutere misure di sostegno economico e sanitarie. Serve inoltre una rimodulazione dei contributi Inps e un piano per utilizzare i fondi disponibili per sostenere le aziende più colpite, evitando ulteriori ritardi.