Mercoledì sotto la prefettura di Torino è stato organizzato un presidio di protesta dei vigili del fuoco, al quale parteciperanno anche diversi pompieri che lavorano lungo la cintura sud. Diverse le motivazioni del sit-in, rivolto alle strutture regionali e territoriali dei vigili del fuoco. Prima di tutto un adeguato potenziamento dell’organico del personale operativo e tecnico logistico gestionale per fronteggiare gli eventi dei cambiamenti climatici in atto. I sempre più frequenti incendi di bosco, gli allagamenti causati dai nubifragi, gli smottamenti dei terreni e le frane impegnano il personale in modo costante in interventi ordinari che, sommandosi al soccorso tecnico urgente, determinano una reale emergenza degli organici non più adeguati a fronteggiare le numerose richieste che pervengono dalla cittadinanza. 

Secondo punto rimarcato dai pompieri, la richiesta di modifica della norma autorizzativa del turn over in previsione dei prossimi pensionamentiò. Nei prossimi due anni il Corpo subirà una carenza di uomini e donne di circa 5.000 unità, che si potranno integrare non prima di 18 mesi dalla messa in quiescenza con tutte le ripercussioni sulla composizione delle squadre minime di soccorso. Serve, quindi, una modifica urgente per non compromettere il servizio. Poi vengono richieste adeguate norme sulla Salute e Sicurezza degli operatori del soccorso tecnico urgente: i Vigili del Fuoco sono messi a dura prova. Stress, adrenalina, tensione, calore, sforzo fisico, disidratazione, compromissione del sistema di termoregolazione, sono tra i fattori per cui, come accertato nel resto del mondo, il 45% delle morti tra i Vigili del Fuoco dipende da malattie cardio vascolari. I Vigili del Fuoco sono addestrati ad affrontare i pericoli quotidiani, tuttavia esistono killer invisibili. In un incendio si produce oltre il 97% di particelle invisibili ad occhio nudo. Alcuni ricercatori hanno trovato sui guanti e sui sotto-caschi dei Vigili del Fuoco sostanze altamente inquinanti e cancerogene 100 volte superiori ai limiti consentiti. Concentrazioni altissime anche negli automezzi e all’interno delle stesse caserme. Nel resto del mondo è accertato che i Vigili del Fuoco hanno il 9% in più di possibilità di ammalarsi di cancro rispetto alla popolazione media con un tasso di mortalità più alta del 14%. In Italia purtroppo non esiste un monitoraggio; ufficialmente non si sa di cosa si ammalano e quali sono le cause di morte più frequenti. Serve attivare un registro delle malattie degenerative anche per il personale in pensione. Infine un problema economico: a distanza di 8 mesi dalla sottoscrizione, il personale ad oggi non ha riscosso gli arretrati né tantomeno gli adeguamenti stipendiali.