Due licenziamenti alla Cecomp di La Loggia. La denuncia arriva dalla Fim Cisl per voce del segretario generale Claudio Chiarle. «Accade due giorni prima di capodanno alla Cecomp di La Loggia, azienda di eccellenza dove si progettano e costruiscono le scocche per l’auto elettrica della BlueCar; Cecomp ha recentemente aperto un nuovo stabilimento, a Piobesi, all’avanguardia per lavorare l’alluminio, materiale molto più leggero dell’acciaio e quindi apprezzato in campo automotive e non solo. Purtroppo Cecomp non è un’eccellenza nelle relazioni sindacali. Ieri, in pieno periodo festivo, ha comunicato a due lavoratori il licenziamento perché non hanno accettato di azzerarsi i superminimi, che ovviamente gli ha dato l’azienda unilateralmente in questi anni a riconoscimento della loro professionalità, riducendosi così sia lo stipendio sia l’inquadramento professionale. Mi domando dove è il limite delle aziende? Da una parte dichiarano che non si trovano sul mercato le professionalità adatte per assumere, dall’altra quando le hanno, dopo averle “spremute” le vogliono licenziare o toglierli lo stipendio dato unilateralmente”».

Da Ottobre, l’azienda, a seguito dell’acquisizione di Model Master aveva chiesto di firmare al sindacato l’articolo 47 della legge 428/90 in cui si prevedeva che i dodici lavoratori del reparto modelleria, reparto a alta professionalità e specializzazione, «accettassero di ridursi lo stipendio, di essere disponibili a qualsiasi mobilità sui tre stabilimenti con due giorni massimo di preavviso e nessuna indennità economica, di accettare di fare attività professionali analoghe. Come sindacato abbiamo sempre rifiutato questa impostazione chiedendo una trattativa sulle varie questioni, trattativa rifiutata dall’azienda tant’è che la stessa è ricorsa ai verbali di conciliazione individuali».

In sede di Direzione Territoriale del Lavoro i verbali sono stati bloccati e in seguito modificati. Tuttavia l'azienda procede comunque al licenziamento degli ultimi due lavoratori «adducendo ancora agli stessi motivi che nella firma dell’articolo 47 e dei verbali non ha più riconosciuto come problema», sottolinea Chiarle. Che aggiunge: «Questa vicenda dimostra quanta strada ci sia ancora da percorrere nel campo delle relazioni industriali, nonostante con le associazioni industriali si firmino dei Contratti Nazionali che guardano al futuro, nelle aziende si praticano ancora, con i lavoratori, metodi dell’usa e getta. Se la flessibilità della forza lavoro è di avere il 50% circa di lavoratori precari nel nuovo stabilimento di Piobesi; Cecomp vuole produrre l’eccellenza nell’alluminio con impianti tecnologicamente all’avanguardia ma con basse professionalità e precarietà del lavoro».