MIRAFIORI - Restano incertezza e preoccupazione sul futuro dei lavoratori di Mirafiori e delle altre aziende del comparto automotive. «Dopo l’incontro avuto giovedì scorso al MIMIT, riteniamo che non sia più rinviabile la necessità di avere un tavolo presso la Presidenza del Consiglio con i vertici aziendali ai massimi livelli. Se questo non dovesse avvenire, siamo costretti ad auto-convocarci con i lavoratori del settore presso Palazzo Chigi» dichiara il segretario generale Fim Cisl, Ferdinando Uliano.
«La situazione, come abbiamo ripetuto al MIMIT e come da tempo stiamo denunciando, ora sta precipitando: abbiamo oltre 25 mila lavoratori che rischiano, già a inizio anno, di essere licenziati a causa del mancato rifinanziamento degli ammortizzatori. Vista la situazione del settore, evidente anche dagli ultimi dati sulle vendite, si fa sempre più preoccupante. Sono a rischio di chiusura interi impianti industriali nel nostro Paese e di molte aziende del settore della componentistica auto legate al motore endotermico, collegate a Stellantis o dipendenti in gran parte dalla Germania, dove già sono state annunciate le chiusure di tre impianti - aggiungono da Fim Cisl - Stellantis, ancora oggi, non ci ha fornito un piano industriale adeguato e chiaro per l’Italia, e da parte del Governo non sono state messe in campo misure specifiche per il settore in grado di metterlo in sicurezza».
«Chiediamo, anche a fronte dello sciopero e della manifestazione che, come sindacati metalmeccanici insieme a Fiom e Uilm, abbiamo messo in campo, che la Presidente del Consiglio ci convochi e apra un tavolo per avviare un confronto che possa mettere in sicurezza l’industria dell’auto nazionale e con essa le migliaia di lavoratori e aziende che vi operano - conclude Ferdinando Uliano - Non è possibile che i massimi vertici di Stellantis fuggano dalla responsabilità di aumentare gli investimenti nel nostro Paese, a partire dalla nuova piattaforma small, alla giga-factory di Termoli, a nuovi modelli e a un impegno concreto sull’indotto».