Galleria fotografica

MIRAFIORI - Le comunicazioni fatte al Parlamento dal presidente di Stellantis, John Elkann, stanno facendo molto discutere soprattutto a Mirafiori. Il probabile spostamento della produzione di Maserati a Modena, in particolare, preoccupa i sindacati.

«Oggi il presidente Elkann ha confermato quello che gia' sapevamo sui progetti per Mirafiori. A Torino serve un nuovo modello di city car che porti alla sostituzione dei residui modelli Maserati e che garantisca il futuro dello stabilimento» ha detto Luigi Paone, segretario generale Uilm Torino. «Accogliamo positivamente l’impegno assunto anche in sede parlamentare, di considerare l'Italia come un paese centrale nella strategia di Stellantis e di non chiudere stabilimenti. Tuttavia, è fondamentale che vengano rispettati i tempi dei lanci produttivi già comunicati alle organizzazioni sindacali, poiché questo consentirebbe una riduzione dell’impatto negativo che la cassa integrazione continua ad avere su tutti gli stabilimenti del Gruppo - ha commentato Ferdinando Uliano, segretario generale di Fim Cisl - Le iniziative sindacali intraprese nel corso del 2024, che hanno portato anche alla rimozione dell’amministratore delegato Tavares, hanno determinato un cambio di rotta strategico. In particolare, l’adozione di motorizzazioni ibride per cogliere le opportunità di mercato rappresenta un passo importante per aumentare i volumi produttivi. Inoltre, l’implementazione in Italia della piattaforma per le vetture più piccole e il maggiore impegno nei confronti dell’indotto delle aziende italiane sono segnali positivi, ma chiediamo ulteriori garanzie per il settore».

«Riteniamo però che nella comunicazione di John Elkann manchino risposte chiare sul rilancio di Maserati negli stabilimenti italiani. Tale rilancio è necessario per mettere in sicurezza l’occupazione in realtà strategiche come Mirafiori e Modena. Inoltre, reputiamo indispensabile che Stellantis investa in una gigafactory nel nostro paese. Se non è possibile realizzarla con ACC, occorre trovare sinergie con altri soggetti, ma l’Italia deve dotarsi di una produzione di batterie in grado di rendere più competitive le nostre produzioni automobilistiche - ha concluso Uliano - È cruciale, inoltre, un intervento strutturale sul costo dell’energia per eliminare ogni possibile alibi agli investimenti industriali nel nostro paese. Allo stesso tempo, la politica e i parlamentari italiani devono lavorare per modificare le posizioni del piano UE sull’auto, destinando un fondo specifico per il settore, sul modello del Next Generation EU. Solo così sarà possibile mettere in sicurezza un comparto strategico dell’economia italiana e difendere l’occupazione nel settore automobilistico».