Galleria fotografica

MONCALIERI - Il bilancio di previsione per il 2025 dell’Asl To5 e i dubbi sul progetto del nuovo ospedale unico stanno facendo molto discutere, anche e soprattutto politicamente, nell’area di Torino sud. Sulla vicenda è intervenuto il sindaco di Moncalieri, Paolo Montagna.

«Quasi 56 milioni di euro di debito, più che raddoppiato rispetto all’anno scorso; 8 cittadini su 10 che si curano fuori dagli ospedali e dalle strutture del nostro territorio per un costo di 166milioni di euro che vengono pagati ai centri privati; neppure 1 euro dalla Regione Piemonte per l’abbattimento liste di attesa e manutenzione del nostro ospedale Santa Croce e per quelli di Chieri e Carmagnola: sono questi i conti della nostra Asl To 5, una barca che sta affondando – scrive sul suo profilo ufficiale social, il primo cittadino di Moncalieri - Non lo dico solo io, per ragioni che qualcuno può pensare di parte. Leggete cosa dicono i revisori dei conti dell’azienda: “Il Collegio esprime parere contrario sul bilancio preventivo per l'anno 2025 non ritenendo le previsioni attendibili, congrue e coerenti”».

«Sembra impossibile, ma c’è di peggio. Infatti, ci è stato presentato il progetto del nuovo ospedale unico. Come ricorderete, la Giunta Cirio ha scelto di realizzarlo a Cambiano, ritenendo l’area migliore di quella di Moncalieri, in zona industriale Vadò. Ci avevano spiegato che così non si sarebbe consumato suolo agricolo e si sarebbe speso meno perché l’area non aveva problemi idrogeologici. Bugie, avevo controsservato. E oggi vengono fuori. Il progetto Cambiano, infatti, prevede la realizzazione della struttura su suolo agricolo e con un costo maggiore per le opere di messa in sicurezza idrogeologica! Senza pensare ai tempi: forse, ne vedremo la luce tra 10 anni, quando ormai tutti noi ci cureremo già altrove – tuona Paolo Montagna - Insomma, è una vergogna. Continuerò a lottare per difendere la salute dei nostri cittadini. Vogliamo dalla Regione e dall’Asl risposte urgenti e certe: per rispetto del diritto alla Salute dei nostri cittadini e per quei medici, infermieri e personale sanitario e non che nonostante tutto continuano straordinariamente a prendersi cura di noi».