Questa mattina gli esponenti radicali Giulio Manfredi, Silvja Manzi e Silvio Viale, accompagnati dall’avvocato Alberto Ventrini, si sono presentati in Tribunale, a Torino, per essere sentiti come testimoni nell’ambito del procedimento penale che il Pubblico Ministero Gianfranco Colace ha aperto nei confronti di Riccardo Molinari (capogruppo Lega alla Camera dei Deputati), Alessandro Benvenuto (deputato Lega e Questore della Camera) e Fabrizio Bruno (militante torinese della Lega), a cui è stato contestato il reato di “falsificazione materiale mediante alterazione e/o sostituzione di atto vero destinato ad operazione elettorale”.

I fatti risalgono all’agosto 2020, al momento della presentazione della lista della Lega Salvini Piemonte alle elezioni comunali di Moncalieri. All’uscita dal tribunale gli esponenti di Radicali Italiani hanno dichiarato: «Il giudice monocratico, Paolo Gallo, ha deciso, assieme alle parti, di non sentirci direttamente, acquisendo agli atti il nostro esposto, che è esaustivo e che è stato determinante per l’apertura del procedimento penale. Ai giornalisti presenti abbiamo distribuito copia del nostro comunicato del 2020 perché la nostra posizione è immutata: se sarà accertato dalla magistratura che la lista “Lega per Salvini” è stata presentata con tutti i moduli delle firme dei presentatori recanti un tratto di penna sul nome del candidato Stefano Zacà si tratta di reato penale».

Secondo gli esponenti radicali la lista avrebbe dovuto essere respinta dalla Commissione elettorale di Moncalieri. «Dal 2020 a Moncalieri ci sono 3 consiglieri comunali eletti in quella lista (il più grande gruppo di opposizione) che non dovrebbero esserci. La sentenza del Consiglio di Stato che ha imposto di rimettere in lista il candidato Zacà è stata una toppa peggiore del buco. A chi ci dice che ormai sono passati due anni e mezzo ricordiamo che proprio in Piemonte le elezioni regionali del 2010 furono annullate e tornammo a votare nel 2014 grazie alla testarda lotta per la legalità di Mercedes Bresso, dei Radicali e dei Verdi; idem per le elezioni regionali in Lombardia, grazie alla testarda lotta radicale di Marco Cappato, Lorenzo Lipparini e Giulia Crivellini».