TORINO SUD - Un giorno da celebrare come Festa di tutti gli italiani, di tutti noi. Il 25 aprile 1945 rappresenta una data fondamentale nella storia della nostra Repubblica. Significò, infatti, per il nostro Paese, l’affermazione della democrazia e della libertà. La fine della guerra e la riconquistata indipendenza. Oggi, 80 anni dopo, in tutti i comuni dell’area sud di Torino si è celebrato questo importante anniversario.
A Rivalta si sono scelte le parole di Norberto Bobbio per la Festa di Liberazione: «Dopo venti anni di regime e dopo cinque di guerra, eravamo ridiventati uomini con un volto solo e un’anima sola. Eravamo di nuovo completamente noi stessi. Ci sentivamo di nuovo uomini civili. Quel giorno, o amici, abbiamo vissuto una tra le esperienze più belle che all’uomo sia dato di provare: il miracolo della libertà».«Con profonda emozione celebriamo oggi l'80esimo nniversario della Liberazione d’Italia, riconquistando libertà e dignità democratica – ha commentato Daniel Cannati, sindaco di Beinasco - Ogni anno che passa sono sempre meno i testimoni capaci di restituirci con le loro parole il dramma di quegli anni bui. Proprio per questo potrebbe sembrare lontano il ricordo dei giorni drammatici della dittatura, degli anni dolorosi della guerra, delle lotte per la libertà che uomini e donne coraggiosi hanno combattuto nelle nostre strade. Eppure, ricordare non è solo un dovere morale, è un modo per tenere vivi i valori fondamentali su cui si fonda la nostra democrazia».
Ragazzi, insegnanti, amministratori comunali, associazioni: un fiume di persone, unite dai valori della Resistenza e della Costituzione, hanno fatto da cornice alle manifestazioni di Nichelino e Moncalieri. Tanta gente anche a Poirino, dove il primo cittadino ha aggiunto: «Sono passati 80 anni da uno dei momenti più tragici e bassi della nostra storia. 80 anni di lavoro per smuovere coscienze, con l’auspicio che la libertà in quel tempo privata, oggi declinata in mille forme diverse all’interno della nostra democratica Costituzione della Repubblica, non sia mai più messa in discussione. Non esistono guerre giuste: lo abbiamo ribadito questa mattina a Poirino. E lo abbiamo fatto con i ragazzi».
«Oggi, per dare un significato al 25 aprile, non basta più la retorica che purtroppo vedo abbondare nelle dichiarazioni politiche, non basta più definirsi antifascisti. Occorre realmente esserlo. E oggi essere antifascisti significa declinare questo sentimento di libertà in una lotta dolce e feroce al tempo stesso. Una lotta che deve assumere nuove forme perché ha nuovi nemici: il capitalismo predatorio, il liberismo disumano, le oligarchie mondiali che, oggi come allora, portano avanti le peggiori nefandezze nel mondo – ha scritto sui social l’assessore di Nichelino, Fiodor Verzola - Occorre denunciarle, con fermezza. Occorre indicare e smascherare, ovunque si annidino, tutte le intolleranze, tutte le ingiustizie, tutte le prevaricazioni, anche quelle che si presentano sotto una veste istituzionale, apparentemente rispettabile. Solo quando avremo piena consapevolezza di appartenere tutti alla stessa famiglia, la famiglia umana, potremo finalmente capire che questo mondo si può salvare soltanto attraverso l’impegno personale e collettivo. Oggi, il 25 aprile rischia di diventare una festa vuota, piena di slogan vuoti. Riempiamola di senso. Diamo nuovo valore alla memoria e onoriamo il sacrificio di chi ha combattuto e di chi ha perso la vita per donarci la libertà. E facciamolo continuando a lottare, ogni giorno, contro le nuove ingiustizie».