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RIVALTA - «I fatti non cessano di esistere solo perché vengono ignorati». Lo scriveva a metà del secolo scorso il filosofo britannico Aldous Huxley. Forse, anzi quasi sicuramente, Huxley non pensava alle complesse vicende del fronte orientale, né tanto meno alla storia – allora sconosciuta e taciuta – delle foibe e delle migliaia di italiani che tra il 1943 e il 1945 trovarono la morte negli “inghiottitoi” del Carso. Ma quei cittadini non avevano colpe - come la stragrande maggioranza delle vittime delle guerre di ieri e di oggi - e come tali, vanno ricordati e rispettati». Così la Città di Rivalta, oggi, ha ricordato le vittime delle foibe davanti alla targa in via Piossasco.