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ORBASSANO - Venerdì 20 dicembre all'Azienda universitaria ospedaliera San Luigi di Orbassano è stato inaugurato il nuovo centro di ricerca Atlantis. E’ il frutto della collaborazione tra il dipartimento di scienze cliniche e biologiche, il dipartimento di oncologia e il dipartimento di chimica dell’Università di Torino. 

Il centro è diretto dalla professoressa Paola Costelli ed è specializzato, spiegano dall’Università di Torino: «nello studio delle vie metaboliche e della loro interazione con i processi flogistici nella patogenesi del cancro e delle malattie cronico-degenerative». Atlantis si propone di promuovere la ricerca di base, preclinica e clinica nel campo del metabolismo e dell’infiammazione sfruttando un approccio innovativo ed interdisciplinare, anche nell’ottica di favorire le collaborazioni nazionali ed internazionali. Oltre agli obiettivi di ricerca, Atlantis favorirà la formazione superiore e la divulgazione scientifica, attraverso l’interazione con corsi di dottorato, scuole di specializzazione, centri di ricerca e associazioni di pazienti. Inoltre, promuoverà la collaborazione con l’industria biotecnologica per lo sviluppo di brevetti e tecnologie innovative, facilitando il trasferimento dei risultati della ricerca al settore industriale».

Dal punto di vista tecnologico, Atlantis offre la possibilità di eseguire analisi all’avanguardia, grazie alle strumentazioni a disposizione. «L’inaugurazione di Atlantis è un momento importante non solo per il Polo di Medicina Orbassano-Candiolo, ma per tutta la scuola di Medicina e per l’Università di Torino” – afferma Paola Costelli, direttrice del dipartimento di scienze cliniche e biologiche e del centro di Ricerca Atlantis - Il Centro Atlantis si pone come una realtà di ricerca all’avanguardia sul territorio regionale e nazionale, essendo equipaggiato per effettuare analisi metabolomica e lipidomica su diverse matrici biologiche. Anche se al momento siamo ancora relativamente lontani dal rendere l’analisi metabolomica una routine nella pratica clinica, le applicazioni di queste tecnologie in ambito biomedico sono vastissime. A solo titolo di esempio, possiamo citare l’identificazione di biomarcatori utili a fini diagnostici, prognostici e di follow-up della malattia, permettendo così di personalizzare l’approccio terapeutico».